Mentre il Governo lavora ad una soluzione strutturale per risolvere il problema dei lavoratori esodati, rimasti senza pensione né lavoro dopo la Riforma delle Pensioni Fornero, e vara la sesta salvaguardia, appare evidente la necessità di rivedere il sistema previdenziale italiano per renderlo sostenibile senza penalizzare i lavoratori di oggi ed i nuovi assunti, quindi la classe lavorativa più giovane.
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Servirebbe quindi attuare delle misure volte a favorire da una parte l’occupazione dei giovani e dall’altra a riordinare il sistema pensionistico nel nostro Paese tutelando i lavoratori sia nel presente che nel futuro. Tra le proposte in questo senso c’è quella, già appoggiata da Giuliano Cazzola, ex vicepresidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, e Tiziano Treu, giuslavorista ministro del Lavoro negli anni Novanta e in seguito parlamentare del Pd, in una logica bipartisan nella XVI Legislatura:
- per evitare un nuovo caso esodati, le nuove regole di una eventuale Riforma delle Pensioni dovrebbero valere solo per i nuovi assunti e nuovi occupati;
- si dovrebbero rendere i contributi previdenziali indipendenti dalla forma contrattuale del lavoratore, fissando un’aliquota uniforme, ad esempio del 25%-26%, per dipendenti, autonomi e parasubordinati, e dando luogo ad una pensione obbligatoria di natura contributiva;
- bisognerebbe istituire un trattamento di base allineato con l’importo definito per l’assegno sociale e finanziato dalla fiscalità generale. Una garanzia per chi non riesca ad assicurarsi un trattamento pensionistico che andrebbe a compensare la riduzione dell’aliquota.
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Una proposta che punta ad agevolare l’occupazione, riducendo il costo del lavoro con un’aliquota contributiva ridotta rispetto a quella attuale, e a rendere neutrale la tipologia scelta per il contratto di assunzione dal punto di vista pensionistico.