I “giovani neet” (not in education, employement or training) in Italia sono il 21% di quelli tra 15 e 29 anni: nel limbo tra studi, formazione e mondo del lavoro, non riescono a collocarsi rendendosi economicamente produttivi, gravando sull’economia familiare a causa di una domanda di mercato troppo scarsa. Lo conferma il primo Rapporto sulla Coesione Sociale pubblicato dall’ISTAT e realizzato in collaborazione con INPS e Ministero del Lavoro.
Uno scenario ancor più critico se si considera lafascia 25-29 anni: i neet sono il 26,3%.
Il periodo di inoccupazione per i giovani in cerca di lavoro supera l’anno nel 40% dei casi. Un dato che trova conferma nelle rilevazioni OCSE: l’Italia è ultima in questa particolare classifica, maglia nera tra ben 33 paesi presi in esame.
Sono le donne a registrare maggiore disoccupazione e abbandono degli studi (24,4% contro il 18,2 degli uomini). La distribuzione dei cosiddetti “nullafacenti” sul territorio evidenzia una concentrazione maggiore nel Mezzogiorno, che guadagna il primo posto con il 30,3%. Il Nord, al contrario, ottiene la posizione migliore con il 14,5%.
I dati si riferiscono al 2009 ma per alcuni aspetti la copertura arriva fino al primo semestre 2010. Il lavoro si compone di tre sezioni: Contesti, Famiglia e coesione sociale, Spesa ed interventi per la coesione sociale.