Sono molti i parametri che determinano il terreno migliore per la costituzione e avvio d’impresa azienda. L’agenzia governativa statunitense Small Business Administration (Sba) ha provato ad individuarli, stilando a settembre la classifica dei paesi industrializzati dove è più facile fare impresa.
I parametri spaziano dal venture capital ai contributi di investitori informali, dall’investimento personale dei proprietari alla tipologia dell’attività.
Danimarca, Canada e Usa salgono sul podio, seguiti da Svezia, Nuova Zelanda, Irlanda, Svizzera, Norvegia e Islanda. Solo al ventisettesimo posto l’Italia, appena sotto al Cile.
Nella classifica “Global Entrepreneurship and the United States” il nostro paese entra nella top ten dei contesti più cari, in cui costituire un’impresa ed avviare le prime pratiche per l’operatività costa di più.
In ogni caso, il Belpaese segna un buon punteggio nella valutazione di altri parametri, come nel caso degli investimenti, dove l’ottavo posto evidenzia una media di 167.849 dollari, subito dopo gli Stati Uniti e subito prima della Francia.
Anche dal punto di vista delle procedure i paesi in via di sviluppo mostrano le contraddizioni più forti e l’Italia guadagna una posizione di mezzo