La parità di genere nei luoghi di lavoro è ancora un traguardo lontano in Italia. A confermarlo sono i dati dell’ultimo Rapporto ISFOL, l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori: in media, lo stipendio delle donne è inferiore del 7%.
L’indagine ISFOL “Rompere il cristallo” fotografa l’attuale scenario retributivo dell’universo femminile, che in certi casi è inferiore anche del 23% rispetto ai colleghi maschi.
Le più penalizzate sono le donne senza laurea, che ricevono uno stipendio ridotto del 13% rispetto agli uomini nella medesima situazione. Ancora inferiori le retribuzioni per le donne prive di titolo di studio, che “subiscono” una disparità del 22,9%.
Un dato sconfortante, che non incoraggia le giovani lavoratrici il cui divario con gli uomini è addirittura inferiore rispetto alle lavoratrici più anziane. Meglio nell’età compresa tra i 30 e i 39 anni, dove il Gpg (Gender Pay Gap) risulta più contenuto.
Dal punto di vista del settore lavorativo, le maggiori criticità si registrano in caso di impiego a carattere scientifico-intellettuale (25.3%). A seguire, tutte le professioni non qualificate che, insieme al comparto dell’agricoltura e in generale al mondo operaio, coprono oltre un quinto dei casi di discriminazione (21,1%).
I dati sul territorio evidenziano, infine, un differenziale retributivo più netto nelle regioni del Nord-Est (8,5), e del Centro (7,4). Meno evidente la differenza al Nord-Ovest (6,9) e al Sud, che chiude la classifica con il 5,3.