La disoccupazione è in aumento (8,5% in Italia ) ma la formazione professionale trascura proprio le figure più ricercate in azienda: dall’ultimo rapporto Confartigianato emerge chiara questo paradossale gap tra i mestieri più richiesti dalle imprese e le figure professionali disponibili sul mercato del lavoro.
Rimane non soddisfatta la domanda di profili ricercati dalle aziende italiane attive nei 68 settori di attività artigiane: le offerte di lavoro, infatti, riguardano molto più gli artigiani che i professionisti.
Secondo l’indagine dell’Ufficio studi di Confartigianato i 2/3 dei giovani (oltre 9 milioni) non ha contatti con il mondo del lavoro durante gli studi. Solo il 4% matura esperienze lavorative mediante stages e tirocini. Più della metà (55,3%) degli ingressi nel mercato del lavoro avviene grazie alla segnalazione di amici e parenti.
Così, mentre la disoccupazione aumenta (al 25,9% per i giovani tra i15-24 anni, contro una media Ue del 20,2%) il 26,7% del fabbisogno occupazionale delle imprese italiane per il 2010 resta insoddisfatto.
Quali figure artigiane sono più richieste? Gli installatori di infissi e serramenti (fabbisogno di 1.500 professionisti e 83,3% posti di lavoro vacanti), seguiti da panettieri e pastai (fabbisogno di 1.040 lavoratori, con 39,4% offerte senza riposta), tessitori e maglieristi (330 richiesti contro il 33,3% ancora da reperire).
Carenze vengono riscontrate anche tra i tagliatori di pietre, scalpellini e marmisti (29,5% posti vacanti sui 610 ricercati), pasticceri e gelatai (29,1% su 1.750), pavimentatori, sarti, parrucchieri, falegnami installatori di impianti, cuochi e così via.