In Italia il PIL è sceso del 5% nel corso del 2009, e, territorialmente, l’area più critica è stata quella del Nord- Ovest (- 6%), seguito da Nord Est (- 5,6%), Sud (-4,3%) e Centro (3,9%): dati che non sorprendono e che confermano la crisi complessiva del Paese.
È quanto emerge dall’ultima analisi ISTAT sui “principali aggregati dei conti economici nazionali”.
Il settore industriale, secondo i dati diffusi, ha subito una forte contrazione con un calo del valore aggiunto ai prezzi base nazionale del 13,2%.
In questo contesto è la Lombardia a pagare il tributo maggiore, con una riduzione del PIL del 6,3% e una flessione del valore aggiunto del 16%. Un campanello d’allarme serio, visto la regione è da sempre la locomotiva industriale italiana, producendo da sola un quinto del reddito del Paese.
Al Centro-Nord, comunque, il “PIL per abitante“, ai prezzi di mercato, continua ad essere più alto che nel Mezzogiorno: nel Nord-Ovest è pari a 30.036 euro, nel Nord-Est a 29.746 euro, nel Centro a 28,204 euro e nel Sud è pari a 17.324 euro medi. A livello nazionale, invece, il dato medio indica un calo del 3,7%.