Si va al voto di fiducia sul Decreto Lavoro, approdato alla Camera dopo le modifiche della Commissione Lavoro in un clima di estrema polemica. Le voci contrarie arrivano soprattutto dal Movimento5Stelle e da Forza Italia, ma le modifiche della Commissione non sono piaciute neanche a Ncd e Scelta Civita con particolare riferimento all’apprendistato e al contratto a tempo determinato.
Dl Lavoro => tutti gli emendamenti approvati
Voto di fiducia
Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha annunciato che è il testo è da considerarsi ormai blindato e è «pronta la fiducia». L’obiettivo è di convertire il DL in Legge entro il prossimo 19 maggio. Poletti continua a difendere il testo uscito dalla Commissione Lavoro alla Camera:
«ha rispettato i contenuti fondamentali del decreto senza stravolgerlo e ora serve un’approvazione rapida in modo da consentire il completamento di tutto l’iter parlamentare» perché «serve una risposta urgente alla necessità di rilanciare l’occupazione semplificando il ricorso al contratto a tempo determinato e all’apprendistato».
Dunque quello che auspica il ministro è che la maggioranza voti favorevolmente il testo da trasmettere senza modifiche al Senato, ricorrendo per lo scopo al voto di fiducia entro la fine della settimana. Anche per il presidente della Commissione, il democratico Cesare Damiano
«il Pd deve difendere il testo uscito dalla Commissione. Si tratta di un testo unitario, con emendamenti condivisi dal Governo. E se fosse necessario porre la fiducia, non sarò io a oppormi».
Critiche
Nel frattempo però le polemiche non si placano e Ncd fa sapere, per voce di Fabrizio Cicchitto, che
«il decreto per come era impostato originariamente è un punto essenziale della strategia economica del Governo e noi ci batteremo perché in aula venga ripristinato».
Anche il presidente dei senatori di Ncd Maurizio Sacconi ha sottolineato che
«la Commissione Lavoro della Camera ha ridotto del 50% la spinta propulsiva alla maggiore occupazione del Decreto Lavoro, è interesse del governo ripristinare le semplificazioni in materia di apprendistato, rimuovendo i vincoli che lo inibiscono. Così come è necessario ridimensionare la sanzione nel caso di contratti a termine superiori al tetto del 20% degli occupati. Il Nuovo Centrodestra ribadirà lungo l’iter del provvedimento la necessità di queste correzioni e il ripristino di corretti rapporti nella maggioranza parlamentare».
Dunque, nel caso in cui sul testo dovesse essere posta la fiducia, la “battaglia” si sposterebbe al Senato. Posizione confermata anche da Barbara Saltamartini (Ncd):
«se a Montecitorio dovesse passare così com’è, al Senato daremo battaglia per riportare il testo alla sua concezione originaria».
Per Andrea Mazziotti di Scelta Civica
«gli emendamenti introducono vincoli burocratici e rischi di contenzioso per le imprese che andavano evitati».