Secondo un indagine realizzata dalla Cgia di Mestre la crisi economica ha determinato un forte aumento della disoccupazione italiana, generano in soli due anni una riduzione della forza lavoro pari a 389 mila unità.
Sono soprattutto le categorie più deboli ad aver subito i maggiori tagli e in particolare gli stranieri, che rappresentano il 27.4% del totale.
A questi si aggiungono i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 e le donne, che rispettivamente registrano il 23% e il 19.2% del numero complessivo dei nuovi disoccupati. Per queste ultime due categorie la variazione percentuale di crescita del numero dei disoccupati è aumentata del 22.8% dell’8.3%, con i giovani che raggiungono un tasso di disoccupazione pari al 27,9%.
Torna quindi la preoccupazione sulla corretta gestione di queste categorie sociali, per le quali la perdita di lavoro significa nella maggior parte dei casi rimanere in uno stato di disoccupazione a lungo termine.
Soprattutto nel caso degli stranieri, per i quali la disponiblità di un posto di lavoro significa anche la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno, la variazione percentuale di crescita del numero dei disoccupati (+63.1%) risulta quantomai allarmante.
Sul tema si esprime il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, evidenziando come «in molti Centri per l’Impiego veneti dell’alta padovana o del trevigiano, storicamente zone di piena occupazione, il 35-40% degli iscritti nelle liste di disoccupazione è di nazionalità straniera».