Maglia nera per l’Italia sul fronte della ripresa, il Centro studi di Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita per il 2011 portandole dal +1,6% di giugno al +1,3%. Di contro, peggiorano le previsioni di fine 2010 sulla disoccupazione: 480mila senza lavoro in più rispetto al 2008 e con un mercato del Sommerso dal 2009 a +20% del PIL.
In particolare, a fine giugno erano già 450mila i posti di lavoro persi, mentre altri 30mila vengono ritenuti “a rischio”.
Andrà meglio il prossimo anno, quando la creazione di posti di lavoro si rafforzerà progressivamente passando dal -1,8% del 2010 al +0,4% previsto per il 2011, anche se la variazione netta dell’occupazione rimarrà comunque negativa anche a causa delle frizioni nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Nello specifico il tasso di disoccupazione arriverà all’8,7% a fine 2010 e nel al 9,3%.
L’Italia si pone male rispetto agli altri Paesi avanzati in quanto a ricchezza e modernizzazione. Sempre più pesanti figurano infatti il suo ritardo nelle riforme, in particolare quelle della pubblica amministrazione, il carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori, il grado di istruzione, la ricerca e l’innovazione e le infrastrutture.
Carenze e ritardi che incidono fortemente sulla competitività del nostro Paese. Sono dunque assolutamente necessarie riforme efficaci e una dura battaglia all’evasione. I livelli pre-crisi non si raggiungeranno comunque prima del 2013.