Mobbing in Italia: circa il 9% dei lavoratori confessa di aver subito nel corso della propria attività lavorativa una privazione dei compiti, un demansionamento o una forma di vessazione. Lo dice l’ISTAT, che per la prima volta ha fotografato il disagio nelle relazioni lavorative su un campione di 29milioni 128mila lavoratori.
In particolare il 6,7% ha vissuto una situazione di disagio lavorativo negli ultimi tre anni, mentre il 4,3% negli ultimi 12 mesi. Sono soprattutto le donne a subire vessazioni: l’1,6% in più dei colleghi maschi.
Nello specifico, l’analisi ISTAT ha indagato i disagi di coloro i quali nella loro vita lavorativa hanno avuto superiori o colleghi o persone a loro sottoposte (84,7% del totale).
Un comportamento viene considerato vessatorio quando il lavoratore subisce un azione «con un inequivocabile intento persecutorio o discriminatorio, ripetuto nel tempo, con una frequenza superiore o uguale a più volte al mese, e di durata sufficientemente lunga (superiore almeno ai sei mesi)».
Le azioni vessatorie comprendono i casi in cui il lavoratore è messo a lavorare in condizioni estremamente disagevoli o senza gli strumenti necessari. Inoltre quando viene deriso o è oggetto di scherzi pesanti e umiliazioni.
La situazione è ancora peggiore se si considera che sempre più lavoratori (7milioni 948mila) provano sensazioni analoghe per un periodo limitato nel tempo e pertanto considerati a rischio per i prossimi anni.