Nel piano del nuovo governo Renzi non sembra esserci spazio per il problema, ancora non risolto, dei lavoratori esodati penalizzati dalla Riforma delle Pensioni Fornero. In generale il nuovo premier Matteo Renzi sembra essersi focalizzato sui temi legati al lavoro e all’occupazione, dimenticando però le questioni aperte della previdenza e della Riforma delle Pensioni. Pur avendo parlato all’inizio del proprio mandato di intervenire sulle pensioni, poi nel Piano di Renzi sembra essere scomparso il tema della previdenza e degli esodati.
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Tema sul quale invece si sta dimostrando particolarmente agguerrito Cesare Damiano (Pd). Intanto ci sono 9mila macchinisti ferroviari che rischiano di finire nella folta schiera di esodati per i quali non si è ancora trovata una soluzione e la CGIL protesta contro il calcolo dei contributi e le penalizzazioni per le pensioni anticipate. In sostanza Damiano chiede che nel programma di Renzi, che vale 85 miliardi di euro, vengano trovate anche le risorse per risolvere quello che ormai si sta configurando come lo scandalo italiano delle pensioni.
Esodati Trenitalia
Scandalo che vede in testa il problema degli esodati, nel quale rischiamo di rientrare anche i macchinisti dei treni a fronte dell’ultimo piano aziendale di Trenitalia, il quale prevede dagli 8mila ai 12mila esuberi entro il 2023.
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Pensione anticipata
C’è poi la questione, evidenziate dal segretario confederale della CGIL Vera Lamonica, del calcolo dei contributi di anzianità e delle penalizzazioni per la pensione anticipata che costringono numerosi lavoratori a rimandare l’uscita dal mondo di lavoro di un altro anno. La colpa, sottolineata da Lamonica, è delle «previsioni assurde della Legge Fornero» e delle interpretazioni poi portate avanti dall’INPS: la Riforma delle Pensioni Fornero prevede infatti «il mancato calcolo nell’anzianità contributiva utile per non incorrere nelle penalizzazioni previste per chi va in pensione anticipata prima dei 62 anni, di una serie di periodi quali ad esempio la cassa integrazione straordinaria, la disoccupazione, la mobilità» e così via.
Riforma delle Pensioni
Riassumendo quello che si chiede al Governo da più fronti è di dare via ad interventi immediati e mirati a correggere il tiro perlomeno delle interpretazioni che vanno ad aggravare norme già di per sé gravose per i lavoratori. Più in particolare servono:
- misure per risolvere il problema di tutti quei lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione alla data del 31 dicembre 2011;
- l’introduzione di un meccanismo di flessibilità del sistema pensionistico;
- la revisione del sistema di penalizzazione per chi va in pensione in anticipo.