I dati del Rapporto Cnel diffusi ieri incrementano la sfiducia nel futuro economico del paese. La disoccupazione, in costante crescita, potrebbe arrivare al 8,7% e nel 2010 potrebbero essere a rischio fino a 420mila posti di lavoro.
Questi ed altri scenari critici emergono dalle pagine della relazione, che evidenzia la precarietà delle giovani professionalità da qui ai prossimi anni.
Inoltre, per gli under 25 il rischio disoccupazione è triplo, e si quadruplica la possibilità di essere assunti con contratto a progetto o comunque contratti a termine che, nel complesso, si sono ridotti sensibilmente nel 2009 raggiungendo il 12,5% di incidenza sul totale degli occupati, contro il 13,3% del 2008.
Dal punto di vista territoriale, come ormai triste consuetudine, è il Sud a rappresentare la porzione di Italia più in crisi. Il divario con le aziende del Nord è forte e l’occupazione è calata del 2,9%, contro l’1% del Settentrione. Stesso discorso per le offerte di lavoro, che se nell’area del centro nord hanno iniziato una lieve ripresa, nel Sud rimangono ancora un miraggio.
La crisi ha inoltre abbassato sensibilmente la fiducia degli Italiani, che ora vivono un periodo di scoraggiamento traducibile direttamente in una riduzione della produttività e della capacità di guadagno.
Un quadro mesto, quindi, che evidenzia solo qualche speranza in più per gli immigrati, che saranno sempre più necessari per coprire le difficoltà di crescita demografica. Secondo l’Istat entro il 2018 ci saranno 1,4 milioni di Italiani in meno rispetto al 2008 e gli immigrati saranno indispensabili per il sostegno dell’economia in molti settori produttivi.