ISTAT: Lavoro, disoccupati al 9,1%. Meglio per le Pmi

di Alessandro Vinciarelli

25 Giugno 2010 11:20

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Anche se in Italia cresce la possibilità di lavoro nell'industria e nei servizi privati, secondo le stime ISTAT sui posti vacanti per le imprese con almeno 10 dipendenti sono raffreddati da quelli sul 1Q 2010: crescita dello 0.1%

Anche se con una percentuale minima, i posti vacanti per le imprese con almeno 10 dipendenti nei settori Industria e Servizi privati cresce rispetto alla precedente rilevazione. Nel primo trimestre 2010, i dati ISTAT hanno evidenziato un tasso di posti vacanti pari allo 0,7%, con un incremento dello 0,1% rispetto allo scorso anno.

Tuttavia, la disoccupazione nel 1Q 2010 è al 9,1% su base annua, ai massimo storici dal 2005. Il dato destagionalizzato indica, invece, è pari all’8,4% (record negativo dal 2003). Va peggio per le donne (disoccupazione femminile al 10,5%) e al Sud (14,3%).

Solo nelle microimprese, dunque, è i dati indicano qualche speranza di ripresa in più: è il comparto servizi a richiedere maggiormente forza lavoro, con una percentuale dello 0.8%, mentre l’industria si ferma allo 0.5%.

Una flebile speranza di ripresa quindi, considerando che nell’ultimo anno la tendenza della maggior parte delle imprese è stata quella di tagliare le spese sul personale con l’obiettivo di ridurre i costi complessivi.

Certamente, la stima deve essere contestualizzata al significato di “posto vacante” attribuito dall’ISTAT, ovvero i posti di lavoro retribuiti che rappresentano una nuova necessità per l’azienda o riferiti a persone in procinto di lasciare l’attività lavorativa.

Nel dettaglio, all’interno dell’Industria è il settore Costruzioni a detenere il primato dei posti vacanti (0.2%), seguito dal Manifatturiero (0.1%). Nel Terziario, invece, i maggiori aumenti sono ad opera degli altri servizi (+0.3%), che secondo la classificazione ISTAT contemplano, tre l’altro, attività immobiliari, agenzie di viaggio e di supporto alle imprese. In negativo i servizi di alloggio e ristorazione, che hanno registrato una flessione di 0,6 punti percentuali.