Tra poche ore l’Italia di Marcello Lippi scenderà in campo per la terza e decisiva partita del girone di qualificazione dei Mondiali di Calcio in Sudafrica. La partita Italia – Slovacchia sarà giocata Giovedì alle ore 16, cioè in pieno orario lavorativo. Se è vero che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, è altresì vero che il nostro è per eccellenza il paese degli allenatori, il che pone una questione fondamentale da risolvere nelle prossime ore: cosa faranno i lavoratori italiani alle ore 16?
Una prima risposta al quesito giunge da un sondaggio condotto da Monster.it. Alla domanda “Guarderai i Mondiali di calcio anche durante l’orario di lavoro?”, il 18% degli intervistati ha affermato che guarderà la partita sul posto di lavoro, autorizzato direttamente dall’azienda. Il 10%, invece, ammette che guarderà la partita di nascosto, senza autorizzazione alcuna, proprio in orario e sul posto di lavoro. Il 33% dei lavoratori nega di poter seguire la partita in diretta (in seguito ad esplicito divieto), mentre il 39% semplicemente è disinteressato ai mondiali ed ignorerà pertanto la partita.
Per i lavoratori che vorranno seguire inosservati la partita i metodi si sprecano: dai resoconti live dei siti sportivi ai vari streaming gratuiti disponibili, fino alle radio o ai cellulari.
Per i datori di lavoro, invece, una scelta di fondo a cui far fronte: conviene o non conviene concedere magnanimamente due ore di calcio ai propri dipendenti?
La risposta non è scontata e, soprattutto, dipende dai ruoli e dalle occupazioni. Nei casi in cui non vi sia il contatto con il pubblico e nessuna urgenza impedisca di interrompere temporaneamente il normale flusso operativo, però, Italia – Slovacchia potrebbe diventare un’occasione irripetibile per stimolare l’armonia e l’unione del team di lavoro. La mano tesa al lavoratore potrebbe essere restituita sotto forma di disponibilità e reputazione, migliorando il clima aziendale e rendendo più “umano” il rapporto professionale tra le parti.
Secondo Nicola Rossi, Country Manager di Monster.it, «il calcio è molto amato in Italia e le aziende che permetteranno ai propri dipendenti di seguire la nazionale mostrano un’attenzione maggiore alle esigenze dei lavoratori senza avere, necessariamente, un calo della produttività».
La questione è posta, insomma: nell’Italia degli allenatori e della Repubblica fondata sul lavoro, anche il senso di gruppo e l’unione della squadra sono questioni di primo piano.