Il tema delle pensioni continua a tormentare l’Italia e gli italiani. La Commissione Ue ha infatti inviato una lettera in cui si chiede al nostro paese di aggiornare i regolamenti sull’età pensionabile, appianando l’attuale divario presente tra uomini e donne.
Attualmente il monito dell’Ue si riferisce al settore pubblico, ma il tema caldo fa incendiare gli animi anche nel privato, dove viene vista come una possibile prospettiva nell’immediato futuro di innalzamento della vita lavorativa.
A un giorno di distanza dall’ultimatum posto dall’Ue, oltre ai pareri istituzionali dei ministri, come quello dei Renato Brunetta che prevede per le modifiche chieste da Bruxelles un immediato ingresso nella manovra appena varata dal governo, si esprime sul tema anche la presidente di Confindustria.
In sostanza Emma Marcegaglia ha espresso parere favorevole alla possibilità di innalzare l’età pensionabile delle donne, ma con un monito: “è un tema vero e deve essere trattato in modo accurato soprattutto in un Paese come il nostro, ma è bene valutare con quale gradualità affrontarlo”.
Il vero problema, ha sottolineato la leader degli industriali, è il finanziamento delle pensioni in un paese dove già oggi l’età media di vita è tra le più alte e dove le statistiche prevedono per il futuro una crescente disparità di popolazione tra vecchi e giovani.
Nello specifico la proposta è quella di spostare l’età pensionabile delle donne dagli attuali 60 anni fino ai 65, ovvero lo stesso livello della controparte maschile, entro il 2012. Non sembrano quindi sufficienti gli intenti del governo, che aveva previsto un incremento graduale di tale soglia, che sarebbe arrivata a 65 anni solamente nel 2018.
Se l’Italia non risponderà entro due mesi alla missiva firmata dal vicepresidente dell’esecutivo europeo, Viviane Reding, rischierà una nuova procedura di infrazione, con tanto di deferimento alla Corte di giustizia europea e relativa multa.
Lunedì prossimo è atteso l’incontro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi con il commissario Ue Vivian Reding, alla quale chiederà una preventiva consultazione di tutte le parti sociali, convinto che prima sia necessario discutere di questa prospettiva «perché è giusto dare alle donne il tempo di organizzare il proprio percorso di vita».