Consenso unanime da imprese e sindacati per la posizione di Confindustria sulla manovra economica appena varata, sintetizzata nel discorso di Emma Marcegaglia. La presidente degli industriali ha esortato tutte le forze sociali e produttive, ma anche politiche, a lavorare insieme per un bene comune: la crescita dell’Italia.
Una vera emergenza nazionale, l’ha definita, da cui è possibile venire fuori solo cooperando e accelerando sulle riforme.
D’accordo i presidenti di Camera, Gianfranco Fini, e Senato, Renato Schifani, che hanno condiviso gli obiettivi esposti, ritenendo di doverli estendere a tutto il Sistema-Paese.
Soddisfatto anche il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, che ne ha apprezzato il richiamo all’etica della politica e al tema dell’unità, cruciale soprattutto in questo momento di grande crisi finanziaria.
Ironia amara per Silvio Berlusconi, che, gelando una platea imbarazzata da una battuta forse fuori luogo, ha voluto provocare la Marcegaglia con un «come vedreste Emma a darmi una mano al ministero dello Sviluppo? Come la prenderanno in Confindustria? Alzi la mano chi dice sì».
Citando Benito Mussolini, «persona ritenuta un grande dittatore», il Premier ha anche dichiarato poche ore dopo a Parigi, nel corso della conferenza stampa dopo i lavori dell’Ocse: «io non ho nessun potere, forse ce l’hanno i gerarchi»; «chi è nella posizione di capo del Governo, di potere vero non ne ha praticamente nulla». Come a dire che, sia che si tratti di riforme o di politica internazionale, lui “ha le mani legate” dalla complessità dello scenario.
Tornando a Confindustria, sul discorse della Marcegaglia si è mostrato perplesso anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sulla proposta di una “assise dell’Italia delle imprese e del lavoro“, punto che ha invece suscitato l’entusiasmo dei sindacati e del presidente di turno di “Rete Imprese Italia“, Carlo Sangalli.
In generale, però, la leader di Confindustria sembra aver colto nel segno, incontrando il favore di Cgil, Cisl e Uil, disponibili da subito al dialogo sullo sviluppo, sull’occupazione e sugli ammortizzatori sociali.
Elogi anche dal settore bancario e delle imprese, in particolare da Corrado Passera di Intesa Sanpaolo, Corrado Faissola di ABI, Franco Bernabè di Telecom e Paolo Scaroni di Eni, concordi sulla necesità di ridimensionare la spesa pubblica e rilanciare le attività produttive. Importanti inoltre i temi dell’energia e della necessità di internazionalizzazione.