Una ditta individuale su 100 ha un titolare cinese. Su circa 3 milioni e mezzo di microimprese attive in Italia nel quarto trimestre 2006, infatti, quasi 26 mila hanno un capo con gli occhi a mandorla.
Il fenomeno è in piena espansione: le ditte cinesi sono triplicate in sei anni, passando dalle 8.778 nel 2000 alle attuali 26.403, con un’impennata del 200%.
E’ quanto si apprende dal risultato di un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, su dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2006.
Sul podio delle province più economicamente “cinesi” si trovano Milano, con la più alta concentrazione in Italia (2.822), seguita da Prato (2.641) e da Firenze (2618). Vengono poi Roma (1.652), Napoli (917), Reggio Emilia (775) e Brescia (715).
Se si guarda però la crescita delle ditte negli ultimi sei anni, dal 2000 al 2006, alcuni casi appaiono particolarmente rilevanti: Prato registra una crescita di 1.500 ditte (+133 %), Milano circa 1.400 ditte in più (+92%), Roma con 1200 ditte nate in sei anni (+280%), Firenze con 1000 nuove ditte (+56%) e Napoli con 800 ditte nate negli ultimi sei anni (+700%).
In provincia di Prato una ditta su sei è cinese.
E’ il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio a contare più ditte cinesi (circa 13.000 sul totale di 26.000 ditte, esattamente una ditta su due), seguita dal settore alberghiero e dalla ristorazione (poco più di 1.300 ditte).
Ma il settore in cui si concentrano di più i cinesi è il manifatturiero: qui rappresentano il 3,3% delle ditte sul territorio italiano: una su trenta.