La recente conferenza d’indirizzo della “Consulta del Lavoro Professionale”, promossa dalla Cgil, ha messo in luce l’esistenza di notevoli disparità, discriminazioni e gap retributivi tra i professionisti con Partita IVA attivi su tutto il territorio nazionale, mostrando condizioni lavorative spesso svantaggiate per donne e parasubordinati.
Gender gap salariale
La forbice tra le retribuzioni percepite dai due sessi è ancora decisamente ampia (si parla di 6mila euro in crescita con la fascia di età). Tuttavia è in Veneto che il gap salariale tra uomini e donne presenta le cifre più alte: si parla di 6.708 euro annui in meno per le esponenti del sesso debole rispetto ai colleghi maschi.
Minori disparità retributive caratterizzano i professionisti attivi nelle Regioni del Sud, tuttavia in tutto il Mezzogiorno i compensi sono generalmente minori per entrambi i sessi.
Gap tra parasubordinati
Secondo i dati diffusi dal sindacato, inoltre, la categoria più discriminata nell’ambito del lavoro autonomo è rappresentata dai lavoratori parasubordinati: «I lavoratori parasubordinati sono caratterizzati da: compensi molto bassi; scarse tutele sociali in caso di malattia, maternità, infortunio e, pur avendo perso in 5 anni di crisi oltre 207 mila posizioni lavorative, sono gli unici a non aver beneficiato di alcun tipo di ammortizzatore sociale.»