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Esodati: in arrivo altri 10 miliardi

di Noemi Ricci

Pubblicato 10 Ottobre 2013
Aggiornato 6 Ottobre 2014 07:44

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Le anticipazioni di Giovannini sulla quarta salvaguardia per gli esodati, ma anche sull'indicizzazione delle pensioni d'oro e sull'accumulo più flessibile dei contributi pensionistici.

Pronto il quarto intervento a favore degli esodati: con altri 10,4 miliardi di euro, il Governo Letta cerca di porre qualche rimedio all’incresciosa situazione generata dalla Riforma delle Pensioni Fornero. La situazione dei lavoratori esodati, ha sottolineato il ministro del Welfare Enrico Giovannini in audizione in Commissione Lavoro alla Camera, non è stata dimenticata: il Governo «ha dimostrato di non considerare chiusa la questione». Ma sia chiaro: sono ancora circa 250.000 i lavoratori senza tutele, per i quali non è prevedibile alcuna garanzia negli imminenti piani di Governo, che potrà limitarsi a poche centinaia.

Blocco pensioni ed Esodati

Il Governo sta ragionando sull’ipotesi di «congelare le pensioni più elevate riducendo l’indicizzazione degli assegni che superano di 6 volte l’importo minimo e di destinare gli eventuali risparmi ‘in un’ottica di solidarietà». Il programma non verrà messa in atto nel 2014, quando l’indicizzazione delle pensioni verrà calcolata sugli assegni di importo fino a 3 volte minimo. Il Governo sembra invece intenzionato ad utilizzare la deindicizzazione parziale per le pensioni molto elevate dal 2015, che tuttavia riguardano un numero minimo di pensionati.

Flessibilità sui contributi

Dunque, poichè i risparmi derivanti dal parziale congelamento delle pensioni d’oro «non sono sufficienti a spingere verso alto le pensioni base», il Governo sta «pensando di introdurre dei meccanismi che favoriscono l’accumulo dei contributi nel modo più flessibile possibile», con riferimento ai lavoratori che entrano tardi nel mondo del lavoro e lo fanno in maniera discontinua, rivela Giovannini. Sarà inoltre costituito un «gruppo di riflessione per stimolare un’inclusione sociale di chi già gode del reddito pensionistico» necessità di crescita del Paese, senza la quale «non c’è sistema pensionistico che possa reggere. Ad ogni modo si tratta di soluzioni parziali – giocarendo con le soglie e con la flessibilità,  «ma senza la crescita non ce n’è per nessuno», ha dichiarato il Ministro riferendosi alla necessità di alimentare sulla ripresa del Paese. Il tasso crescita economico deve tornare a livelli elevati per consentire «l’assorbimento della disoccupazione e anche di avere un sistema pensionistico che garantisce trattamenti sufficienti e adeguati».