Con un anno di anticipo sulla scadenza, le banche italiane disdicono il Contratto Nazionale di Lavoro stipulato a gennaio 2012. La disdetta è stata firmata dall’ABI e comunicata ai sindacati, che immediatamente annunciano lo sciopero probabilmente il 31 ottobre, in concomitanza con la Giornata del risparmio. Senza un nuovo accordo, da luglio 2014 i bancari si troveranno senza rinnovo e senza gli aumenti tabellari previsti (170 euro). Il motivo della disdetta del contratto? Non è più sostenibile, nè per quanto riguarda la parte economica nè per quella normativa. Oltre alla crisi e al calo di redditività, infatti, pesano sul settore le riforme regolamentari e la necessità di rafforzamento patrimoniale imposto dalle autorità. E in questo contesto, spiega il Direttore generale dell’ABI Giovanni Sabatini, le banche sostengono un «costo del lavoro fra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi».
Gli istituti di credito auspicano di riprendere al più presto il negoziato con i sindacati, i quali protestano e organizzano lo sciopero. Secondo quanto si apprende, le banche vorrebbero un contratto meno oneroso dal punto di vista economico, e con più spazio alla contrattazione aziendale (di prossimità), da esempio in materia di orari di lavoro, mansioni, automatismi di carriera .