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Lavoro: cercasi economisti e ingegneri

di Francesca Vinciarelli

10 Settembre 2013 09:30

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Come influiscono la crisi e la voglia di competitività delle aziende sugli annunci di lavoro: l'analisi di Unioncamere e Ministero del Lavoro.

Gli ultimi annunci di lavoro pubblicati dalle aziende rivelano la necessità di trovare figure professionali altamente qualificate in possesso di un diploma o una laurea, soprattutto in ingegneria, economia e medicina.

Assunzioni previste

Attualmente in Italia ci sarebbero circa 367 mila posti vacanti (-9,4% sul 2012), di cui quasi 220 mila riservati a laureati e diplomati: 58 mila e160 mila rispettivamente, pari al +1,4% e +2,6% sul 2012 (confermando che il diploma batte la laurea). In sostanza, stando a quanto rilevato dal sistema Excelsior di Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, con la crisi cresce l’importanza del titolo di studio. A prevedere di assumere con contratti non stagionali nel corso del 2013 sono per il 60% le aziende private. Il possesso di una laurea o di un diploma attualmente dà accesso ad oltre la metà dei posti disponibili, pari al 59,3% contro il 55,4% del 2012. Annunci di lavoro => 120mila per under 30

Figure richieste

Le lauree in economia consentiranno l’accesso al mondo del lavoro a 17.040 persone (il 29,2% del totale di laureati ricercati dalle aziende); gli ingegneri dell’elettronica e dell’informazione avranno accesso a 7.600 posti di lavoro (13% dei laureati cercati); sanitari e paramedici a 4.790 (8,2%). Il diploma in discipline amministrative e commerciali dà accesso a 37.640 assunzioni (il 23,6% di quelle riservate ai diplomati); in indirizzo meccanico a 14.890 (9,3%), in discipline turistico-alberghiero a 10.870 (6,8%).

Qualità che sa produrre

La maggiore richiesta da parte delle imprese di personale altamente qualificato e già pronto ad essere operativo in azienda, o meglio «la qualità che sa produrre», secondo il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, è alla base della ricetta che ha permesso all’Italia di rimanere competitiva. «Chi invece non riesce o non può agganciarsi ai percorsi della globalizzazione, perché il suo orizzonte è il mercato interno, si vede costretto a ridurre gli investimenti su nuove risorse umane. È un ulteriore segnale che, se non si fa uno sforzo straordinario per rilanciare la domanda interna, si rischia di impoverire il capitale più prezioso di milioni di piccole e piccolissime imprese, che è dato dalle persone che ci lavorano», ha aggiunto Dardanello. => Scopri professioni competenze digitali più cercate