Pronti i primi accordi per la staffetta generazionale nelle imprese: la Regione Sicilia (assessorato alle Politiche Sociali) e i sindacati hanno trovato l’intesa per creare nuovi posti di lavoro per le giovani leve, riducendo l’impegno dei lavoratori vicini alla pensione (3-4 anni), i cui contributi restano pieni ma non saranno a carico dell’azienda.
Il bando è previsto per settembre. Grazie ad un fondo da 3 milioni di euro, si prevede di concludere 300 “staffette” tra vecchi e nuovi assunti:
- i dipendenti prossimi al pensionamento potranno trasformare il proprio rapporto di lavoro da tempo pieno in part-time;
- contemporaneamente, l’azienda avrà il via libera per altrettante assunzioni agevolate di giovani tra 18 e 32 anni.
Lo strumento si inserisce nel solco tracciato dalle politiche del governo Letta per favorire l’occupazione giovanile senza penalizzare i lavoratori anziani, che possono uscire gradualmente dal mondo del lavoro senza decurtazioni della pensione.
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Pro e Contro
Acceso il dibattito sulla staffetta generazionale fra parti sociali ed economisti.
Si può citare lo spunto critico di Tito Boeri e Vincenzo Galasso, su Lavoce.info: poichè non c’è vera relazione fra tasso d’attività dei lavoratori over 54 e disoccupazione giovanile, il meccanismo di sostituibilità (previsto dalla staffetta generazionale) non può servire a colmare il gap occupazionale.
L’aumento dell’occupazione di giovani, donne e anziani (tre categorie per le quali l’Italia è in fondo alle classifiche europee), passa « per una riduzione del dualismo sul mercato del lavoro, della pressione fiscale sul lavoro e per un aumento della produttività».
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Commenta invece Giorgio Tessitore, Cisl Sicilia: «lo strumento in sé è positivo ma pur sempre di nicchia»: deve essere accompagnato da adeguate politiche di sviluppo, in assenza delle quali «difficilmente potrà dare risultati complessivamente apprezzabili».
Il sindacato ha chiesto alla Regione, e in particolare all’assessorato guidato da Ester Bonafede, di istituire una cabina di regia con le parti sociali per mettere a punto una strategia capace di creare attività produttive, che individui «tutte le fonti di finanziamento realmente spendibili» e selezioni «priorità e settori d’intervento strategicamente utili ad avviare duraturi processi di sviluppo».