La crisi economica continua ad avere pesanti ripercussioni sulle imprese venete, sia per quanto riguarda l’aumento del lavoro nero e della richiesta di ore di cassa integrazione, sia limitando notevolmente il versamento dei contributi all’INPS.
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Una situazione illustrata dai dati diffusi dall’Istituto di Previdenza del Veneto, secondo i quali nel 2012 il numero di imprese che non hanno versato i contributi previsti ammonta a oltre 350.
Franco Piacentini, membro del consiglio dell’INPS Veneto, sottolinea la gravità della situazione in ambito locale focalizzando l’attenzione sulle conseguenze dal punto d vista occupazionale:
«Sia che siano parzialmente o completamente insolute, le aziende possono contattare l’INPS e chiedere una dilazione del versamento in 24 mesi. La situazione di grave crisi potrebbe ripercuotersi sul lavoratore, che potrebbe non vedere riconosciuti i mesi di lavoro di cui non sono stati versati i contributi, se non è in possesso delle buste paga e del libretto di lavoro. Quello che giunge da questi dati è un grido di allarme importante e la politica non può non raccoglierlo».
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A subire un sensibile incremento, inoltre, è l’utilizzo dei voucher destinati ai lavoratori soprattutto a carico della PA e dei Comuni in particolare (da 38.511 si è passati, nel 2012, a 79.802), come anche il lavoro nero in ambito regionale soprattutto in ambito edile e con protagonista la mano d’opera straniera: l’incremento di irregolarità riscontrare grazie alle ispezioni INPS è pari al 36,26%.