Nei paesi industrializzati, il numero delle ore lavorative dei dipendenti in azienda si è ridotto negli ultimi decenni, soprattutto laddove il PIL si è accresciuto. Lo conferma il bollettino INSEE – Institut national de la statistique et des études economiques – che ha analizzato il trend dal 1950 al 2007. La riduzione è stata di 671 ore, da 2.230 a 1.559 ore, pari a una percentuale del 25% circa.
L’Italia si piazza sopra la media dei dieci paesi presi in esame, con 1.566 ore lavorative. Tuttavia, risulta per noi in calo il tasso di attività/produttività (58%) e di lavoro dipendente (74%) inferiore a quasi tutti gli altri concorrenti.
I più impegnati su base annua risultano i lavoratori della Corea del Sud (2.165 ore) e degli Stati Uniti (1.785), mentre quelli meno oberati sembrano gli olandesi (1.413) e a breve distanza i tedeschi (1.432).
Lo studio individua inoltre le principali cause che hanno determinato la riduzione degli orari, con una particolare focalizzazione sul ventennio trascorso tra il 1960 e il 1980, che ha rappresentato il vero spartiacque tra due differenti ritmi lavorativi.
In primo luogo hanno contribuito al trend in discesa l’aumento dei lavoratori dipendenti, ma soprattutto la diminuzione dei giorni lavorativi previsti nell’arco settimanale e l’aumento delle giornate di ferie e giorni festivi.