Il Lazio è la regione che nel 2006 ha registrato il maggior numero di aziende fallite.
È questo uno dei risultati dell’indagine condotta dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre (l’associazione artigiani e piccole imprese) sulle imprese che sono state chiuse lo scorso anno.
In particolare, nel Lazio sono fallite il 10,5% delle aziende, mentre i fallimenti minori si sono registrati nel Trentino Alto Adige (1,5%). Al Lazio seguono la Campania (con il 6,2%), la Lombardia (con il 5,3%), la Liguria e il Friuli Venezia Giulia (entrambe con il 5,1%).
Se si considera la dimensione, ad avere la peggio sono state le imprese che contano tra i 20 e i 199 dipendenti, con una percentuale di fallimenti che ha raggiunto la quota del 22% e con un incremento del +42% rispetto a sei anni fa.
Le micro imprese, invece, manifestano una tendenza contraria in quanto l’incidenza dei fallimenti è passata dal 4,2% del 2000 al 3,7% del 2006.
La CGIA di Mestre ha analizzato, inoltre, la variazione del rischio dei fallimenti nell’arco di tempo che va dal 2000 al 2006, evidenziando che è il Molise la regione con il valore percentuale più alto (38,1%), seguito dalla Valle d’Aosta (28,9%), la Basilicata (27%) e il Piemonte (26%). Il Trentino Alto Adige occupa, infine, l’ultimo posto di questa classifica, registrando un -9,2%.