Il tessuto imprenditoriale italiano è principalmente costituito da piccole e medie imprese, che continuano a tenere alta la bandiera dei prodotti nostrani, considerati di grande pregio anche a livello internazionale. Sono le micro-imprese le più numerose, determinando un numero medio di addetti per impresa pari a quattro unità.
Quasi un record in tutta Europa: basti considerare che il numero di dipendenti per azienda è superiore solo a quello di Portogallo e Grecia.
I dati sono quelli dell’ultima elaborazione ISTAT, denominata “Noi Italia. Cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, che evidenzia anche altri fattori caratteristici dell’imprenditoria del BelPaese.
Nello specifico, si riscontra un tasso di imprenditorialità pari al 32.2%, ovvero tre volte maggiore della media europea, che si traduce con un numero di circa 66 imprese ogni mille abitanti.
Interessanti anche i risultati su quote rosa e Mezzogiorno: nel primo caso le donne occupate risultano il 47.2% del totale, fatta esclusione delle casalinghe che vengono ancora tenute fuori dalle elaborazioni, mentre al Sud va il triste primato dei tassi d’interesse offerti dalle banche per finanziamenti e prestiti.
L’ago della bilancia è la solvibilità delle imprese, che risulta nettamente inferiore rispetto al Centro-Nord a causa della “maggiore rischiosità” dei territori nei quali le aziende risiedono. Il risultato è almeno un punto percentuale di interesse in più, indipendentemente dalla durata del finanziamento.