Gli esodati esclusi dalle liste di salvaguardati, perché si sono visti respingere le domande di accesso alla pensione – ai sensi dell’art. 24, commi 14 e 15, della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (il decreto per i primi 65mila esodati) – potrebbero venire riammessi.
A chiarire che le richieste respinte non devono ancora essere considerate ufficialmente escluse dalla possibile salvaguardia dalla riforma delle pensioni è stata proprio l’INPS, con il Messaggio n. 1500 del 24 gennaio 2013.
=>Ecco le domande escluse dalle liste di Esodati salvati
In sostanza l’INPS ha messo in stand-by le domande di accesso alla tutela riservata a 130mila esodati fino a quando non avrà terminato la verifica – prevista dal comma 15 dell’articolo 24 della legge n. 214 del 2011 – sulla platea dei 65mila lavoratori coinvolti dal primo decreto di salvaguardia dalla riforma delle pensioni del governo Monti.
=> Leggi le liste dei 65mila esodati salvati
Le domande presentate dai soggetti potenziali beneficiari della salvaguardia, anche se attualmente scartate, dovranno infatti essere esaminate nuovamente dall’Istituto prima del verdetto definitivo.
Tra i requisiti del ripescaggio, tuttavia, spicca l’obbligo – per chi ha versato contributi volontari – di non aver svolto alcuna attività dopo la fuoriuscita dal lavoro.
E’ il caso, per esempio, degli iscritti alle casse previdenziali, nella pratica obbligati al versamento pur con attività professionale ferma: questi contribuenti dovranno fornire una dichiarazione per certificare che tali quote non sono collegate all’esercizio della propria attività.
=>Consulta l’applicazione della Riforma delle Pensione per i professionisti
Una buona notizia per quei lavoratori esodati che credevano di essere fuori dalla salvaguardia, ma cattiva per altri che hanno la certezza di essere tra i “fortunati” ma che dovranno aspettare che l’INPS termini lo screening prima di poter ricevere il tanto agognato assegno pensionistico.
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Per maggiori approfondimenti consulta il Messaggio n. 1500 dell’INPS