Il tanto discusso emendamento alla Finanziaria 2010 in materia di incentivi alle fonti rinnovabili è stato
ritirato. Secondo le associazioni di categoria che lo contestavano, l’approvazione di alcuni passaggi avrebbe comportato per il Paese pesanti conseguenze sul piano economico, energetico ed ambientale.
Il timore era il blocco di un intero settore produttivo ad alto tasso di innovazione, che non sarebbe più stato in grado di esprimere – soprattutto in un periodo critico come quello attuale – le proprie potenzialità, con una conseguente ricaduta sul piano dell’occupazione qualificata.
Inoltre, l’emendamento avrebbe messo l’Italia dinnanzi a elevate penalità finanziare dovute al mancato raggiungimento degli obiettivi in tema di energia ottenuta tramite fonti rinnovabili, fissati per il 2020 in sede europea dal pacchetto Energia-Clima.
Tra i punti più criticati, la forte riduzione dei coefficienti di incentivazione alle fonti rinnovabili non programmabili e la drastica riduzione del valore del prezzo di riferimento del Certificato Verde da 85,00 euro/MWh a 40,00 euro/MWh circa.
L’emendamento, inoltre, avrebbe impedito di cumulare il premio Conto Energia con la detrazione IRPEF per la realizzazione di impianti fotovoltaici, smorzando di fatto le politiche di sostegno alla produzione verde.
Senza contare l’ICI degli impianti fotovoltaici a terra, che avrebbe inciso per 13.000 euro su ogni megawatt.