Nel secondo trimestre 2009 l’Italia ha registrato una contrazione dell’occupazione pari allo 0,9%, valore tuttavia inferiore alla media europea, che si attesta a quota 1,9%. La crisi colpisce in maniera particolare chi si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro oltre ad accentuare il divario tra Nord e Sud.
È quanto emerge dal rapporto ISFOL 2009 su Lavoro e su Formazione in Italia a confronto con l’Europa, appena presentato alla Camera dei Deputati, alla presenza del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Il calo occupazionale nel Paese è perfino contenuto se paragonato agli altri paesi europei come Inghilterra, Francia, Austria e Paesi scandinavi, 2,7% e Spagna.
Come sottolineato dal presidente ISFOL Sergio Trevisanato, qui da noi hanno inciso in positivo le minori dimensioni della bolla edilizia e l’incentivo a mantenere quanto più possibile i lavoratori in azienda attraverso la cassa integrazione guadagni.
Le imprese, specie quelle industriali, hanno infatti reagito alla crisi con soluzioni meno drastiche rispetto al classico licenziamento, quali ferie, part-time, contratti di solidarietà e riduzione dell’orario di lavoro.
In Italia la contrazione è di circa mezz’ora. L’utilizzo del part-time, invece, ha subito un aumento del 2,1%.
La crisi sembra inoltre aver aumentato i divari tra Nord e Sud: il tasso di occupazione nel Meridione è infatti calato di ben 2 punti percentuali, passando dal 47% del 2008 al 45%. Osservando la forza lavoro, nel Mezzogiorno un addetto su due risulta inattivo, contro il 33% del Centro e il 30% nel Nord.
A risentirne in maniera particolare i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Sono circa 5 milioni i giovani europei tra i 15 e i 24 anni senza un’occupazione e la disoccupazione giovanile ha ripreso a crescere, raggiungendo in Europa il 18,3%, In Italia, i giovani disoccupati sono il 26,3%.