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Salta il decreto anti-Fiorito, la norma sui costi della politica che conteneva l’abolizione del vitalizio per i consiglieri regionali attuali con meno di 10 anni di attività e con meno di 66 anni. Lo ha deciso la Camera e adesso si attende la conferma del Senato, che con un si definitivo eliminerebbe del tutto quella che è stata definita come una norma anti-Casta.
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C’è tuttavia un cavillo che consentirà ai consiglieri regionali di percepire una pensione contributiva al posto del vitalizio, senza limiti anagrafici o di mandato.
Il decreto non si applica alle Regioni che hanno già abolito i vitalizi (tutte): il problema è che tutte loro hanno localmente stabilito che l’abolizione sarà introdotta solo dalla prossima legislatura.
Prendendo in considerazione la situazione della Regione Lazio – il decreto è nato al fine di evitare la concessione del vitalizio a Franco Fiorito – saranno 71 i consiglieri attuali che potranno ottenere il vitalizio a breve, al termine del loro mandato ma a soli 50 anni, caso praticamente unico in Italia.
L’unica eccezione sarà appunto Franco Fiorito, solo nel caso in cui dovesse essere condannato per reati contro la pubblica amministrazione.