La riforma delle pensioni ha creato nei lavoratori italiani un clima di incertezza senza precedenti. Una recente analisi Censis contenuta nel rapporto “Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena” ha confermato che gli Italiani vedono all’orizzonte una vecchiaia fatta di ristrettezze a causa delle nuove normative in materia di previdenza (leggi tutto).
La convinzione più diffusa è che in vecchiaia si riuscirà a percepire una pensione in media pari al 55% dell’attuale reddito. I dipendenti pubblici si aspettano un assegno previdenziale pari al 62,2% dello stipendio attuale, gli autonominon osano sperare oltre il 50,6%.
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Per l’84% i timori sono alimentati dalla convinzione che le regole della previdenza e del mercato del lavoro non siano definitive ma cambieranno ancora e probabilmente in peggio. Il 34% dei dipendenti teme poi di perdere il proprio posto di lavoro (41% tra i privati), perdendo così la contribuzione:
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Ma non è solo la riforma delle pensioni a dare agli Italiani un senso di incertezza sul proprio futuro.
Un ruolo chiave è dato dalla precarietà che caratterizza il nostro mercato del lavoro e dall’inadeguatezza dei livelli reddituali:
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Questo senso di incertezza in merito alla vecchiaia e alla pensione coinvolge un po’ tutti, dipendenti pubblici e privati (47,9%) e autonomi (40%). Questi ultimi sembrano essere leggermente più ottimisti: la percentuale di coloro che prevedono una vecchiaia tranquilla e caratterizzata da buoni redditi sale al 12%, quella di coloro che pensano che riusciranno comunque a togliersi qualche sfizio sale invece al 29,4%.
La pensione sarà bassa e non sufficiente al sostentamento familiare: questa è la convinzione generale, sarà pertanto necessario integrarla con altri strumenti (che non necessariamente corrisponderanno alla previdenza complementare).
La pensa così il 46% dei lavoratori italiani, mentre il 24,5% prevede una vecchiaia certamente non florida ma pensa che avrà abbastanza risorse da consentigli di togliersi qualche sfizio, c’è poi un 21,5% di Italiani che non ha aspettative, è tutto troppo incerto. Infine c’è una minoranza (8%) che è più serena e pensa di mantenere un certo tenore anche in vecchiaia.
Ovviamente le aspettative di coloro che sono più vicini alla pensione (ovvero chi ha più di 55 anni) sono migliori, rispetto a quelel dei giovani lavoratori o di chi si affaccia ora al mercato del lavoro. Addirittura c’è chi, tra gli over 55, spera in una pensione pari almeno al 70% del reddito.