Sono oltre 500 gli esodati stimati solo a Trieste, lavoratori al momento privi di occupazione e con un futuro incerto per quanto riguarda il trattamento pensionistico. Secondo i dati diffusi dall’INPS, tuttavia, i casi accertati sono solo 346, sebbene manchino solo pochi giorni al termine fissato per l’invio della segnalazione al fine di rientrare nella categoria degli esodati salvaguardati secondo quanto previsto dal Governo.
Il direttore dell’INPS di Trieste Antonino Rizzo esorta l’invio della documentazione da parte degli esodati non ancora usciti allo scoperto, inviando il modulo di domanda alla Direzione provinciale del lavoro che provvederà a spedirlo all’INPS, che a sua volta esaminerà la documentazione e la farà avere al Ministero.
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«Al momento sono venute da noi 346 persone e abbiamo verificato 160 posizioni, c’è un numero verde (803.164) per prendere appuntamento, ma i nostri tecnici danno assistenza anche a chi l’appuntamento non ce l’ha. Si tratta soprattutto di lavoratori del settore industriale, finiti in mobilità. Per avere diritto all’emolumento la mobilità deve essere però iniziata prima del 4 dicembre 2011. Molti hanno perso il diritto alla pensione anche solo per qualche settimana di contributi mancanti. Ogni settimana si tiene una riunione alla Direzione provinciale del lavoro per esaminare le 5 tipologie di “esodati”».
Il patronato INAS-CISL, inoltre, afferma che le difficoltà maggiori riguardano gli ex dipendenti delle Poste o di banche e assicurazioni, la cui posizione è difficile da identificare perché non si tratta di soggetti iscritti alla mobilità e, pertanto, ignoti all’INPS.
«Sono uomini e donne in ugual misura, l’età media è di 55-57 anni, e vivono nella più grande incertezza del loro futuro: padri con famiglia interamente a carico, o mariti con moglie che altrettanto ha perso il posto. Abbiamo seguito 40-50 casi finora, e per fortuna a Trieste almeno le cose funzionano, la commissione della Direzione provinciale del lavoro si riunisce e analizza i fascicoli».