La Legge di Stabilità 2013 tocca da vicino anche le cooperative sociali, come previsto al comma 14-16 dell’articolo 12 del disegno di legge: per le prestazioni socio sanitarie, educative, assistenziali e simili, infatti, è previsto un aumento IVA dal 4% 10%, ONLUS escluse.
=>Vai allo Speciale Legge di Stabilità 2013
Una decisione che ha fatto scattare l’allarme portando l’Alleanza Cooperative Italiane del Friuli Venezia Giulia a scrivere una lettera aperta a tutti i deputati e senatori regionali, esortandoli a intercedere per eliminare questo punto dal Ddl di Stabilità.
=>Leggi i calcoli sull’aumento IVA e i suoi effetti
Aumento IVA al 150%
L’aumento IVA, se sarà attuato secondo quanto si legge nel disegno di legge, sarà pari al 150% e causerà la perdita di un numero considerevole di posti di lavoro.
Le cooperative sociali operanti nel solo territorio regionale del Friuli Venezia Giulia sono 240, come si legge nella missiva, e la riduzione dei servizi potrebbe portare a una fitta serie di licenziamenti (sono circa 10mila, attualmente, gli occupati nel settore).
Ecco cosa si legge nel testo redatto dall’alleanza delle cooperative sociali friulane:
«Un aumento dell’IVA del 150% rischia di mettere in ginocchio centinaia di cooperative del settore sociosanitario ed educativo e in particolare quelle che, nella nostra Regione, offrono la maggioranza dei servizi di welfare più utilizzati dalle famiglie: asili, centri diurni, assistenza domiciliare per i non autosufficienti, servizi residenziali e diurni per gli anziani e per le persone con disabilità».
«Uno scenario, tragico che potrebbe divenire realtà qualora il ventilato aumento IVA dal 4 al 10/11% per le prestazioni socio-sanitarie, venisse applicato e si procedesse in modo orizzontale e indiscriminato alla riduzione del 5/10% previsto dalla spending review».
=> Leggi le news per le PMI del Friuli Venezia Giulia
A livello nazionale, poi, si rischia una “strage” del settore, complice la misura sulle detrazioni e deduzioni fiscali, per le quali è stato inserito un tetto massimo da 3mila ed una franchigia di 250 euro: la nuova franchigia è stata infatti estesa alle donazioni nei confronti delle organizzazioni non governative, che da ora in poi saranno dunque penalizzate rispetto a quelle cattoliche, per le quali non è prevista franchigia.