Facebook e Twitter non influiscono sui rapporti extra-internet, anzi portano allo sviluppo di ulteriori reti sociali e di conoscenza. Alle normali attività di comunicazione si sono infatti aggiunte nel tempo le e-mail, il blogging e i vari strumenti resi disponibili dalla rete.
Lo dicono due studi: la ricerca
realizzata dalla Annenberg School for Communication della University of Pennsylvania e lo studio di Pew Internet and American Life Project su “L’isolamento sociale e le nuove tecnologie”.
Gli studi confutano tesi obsolete che accusavano la Rete di isolare gli individui rendendoli incapaci di relazionarsi produttivamente nel mondo reale. Anzi: «i servizi di networking come Facebook sono associati a reti sociali maggiormente diversificate».
La Rete, dunque, secondo le ultime rilevazioni, non influisce sulla propensione a stabilire solidi rapporti interpersonali. Piuttosto, questa consuetudine è da attribuirsi a un cambiamento generale della società che, soprattutto in ambito business, impone ritmi stretti, ottimizzazione delle attività di comunicazione e necessità di non restare tecnologicamente e strategicamente indietro.
La corsa al social networking, dunque, non è da confondere con la cosiddetta “social isolation” – ovvero l’avversione nei confronti del mondo esterno e il rifiuto di contatti sociali – ma un semplice trend sociale. Nè eventuali meccanismi di dipendenza dalla Rete sono “colpa” di Internet o dei social network, che invece possono persino stimolare nuove conoscenze dirette, reali e produttive. Oggi molto più di ieri.