La crisi economica non incide solo sui bilanci delle aziende ma anche sullo start-up di nuove attività e sui progetti di business dei nuovi imprenditori: la percentuale italiana di iniziative di avvio d’impresa è scesa a -21%.
Il motivo? La sfiducia generata dallo scenario: migliaia di aziende chiuse per mancanza di profitto (41%) e per problemi di finanziamento (10,5%). Solo il 4,7% ha vendtuo e solo il 2,5% aveva già pianificato di chiudere.
Questo è quanto emerso dal rapporto Global entrepreneurship monitor 2008, realizzato sulla base di aziende appartenenti a 43 paesi sparsi nel mondo.
Lo conferma l’Enter Bocconi, il centro di ricerca che si è occupato della rilevazione in Italia e che evidenzia come «nel nostro Paese la percezione della situazione economica è più pessimistica che altrove».
In primis il problema rimane quello economico, al quale contribuisce la scarsa fiducia delle banche nella concessione di finanziamenti soprattutto a lungo termine. In secondo luogo viene riscontrata una esigua presenza delle istituzioni e degli interventi pubblici a sostegno delle nuove imprese.
Da evidenziare, inoltre, il calo di autostima degli aspiranti imprenditori. Solo il 35% afferma di essere qualificato per gestire una nuova impresa e solo il 7% dichiara di volerne avviare una nel prossimo triennio.