Ancora lontana la ripresa in Italia, almeno per oltre un milione di piccole imprese che, sofferenti più delle altre, rischiano la chiusura. Questo l’allarme lanciato dal presidente della Piccola industria di Confindustria, Giuseppe Morandini, in occasione della prima giornata del XI Forum Piccola Industria, sulla base dei dati dell’indagine svolta con l’università di Perugia sui bilanci di alcune aziende manifatturiere.
Tra le piccole imprese, ci sarebbero tre realtà distinte: un terzo delle imprese che non manifesta sofferenze, un terzo che sta soffrendo ed un terzo che è in profonda crisi.
Condividendo le preoccupazioni di Confindustria, Susanna Camusso – Segreteria Confederale Cgil – ha sottolineato come la chiusura di queste ultime potrebbe causare la perdita di lavoro per 4 milioni di lavoratori (considerando una media di 4 dipendenti per ciascuna piccola impresa), che andrebbero ad arricchire la folta schiera di disoccupati.
Confindustria ha però ridimensionato questi numeri, affermando che i posti di lavoro a rischio sarebbero invece 700 mila, creando un aumento del tasso di disoccupazione al 9,5% nel 2010, contro il 16% ipotizzato dalla Cgil.
Secondo Morandini, inoltre, la mancanza di risorse per le Pmi rende urgenti interventi da parte del governo quali la riduzione dell’Irap e della tassazione sul lavoro: «Capiamo i vincoli di bilancio. Però pure voi capite che anche i nostri bilanci sono in perdita, eppure i soldi per pagare l’Irap li dobbiamo trovare».
È anche necessario che gli incentivi, avendo ottenuto finora risultati positivi, vengano applicati anche a tutti quei settori del manifatturiero che possono fare da traino per la ripresa ed il rilancio della domanda e dei consumi.