Ancora novità per la riforma del lavoro, dopo la bollatura di inammissibilità per il pacchetto di 10 emendamenti al Decreto Sviluppo che chiedevano di modificare alcune misure contenute nella riforma del lavoro, Pd e Pdl non si sono arresi e l’hanno avuta vinta.
Le modifiche proposte dalla Maggioranza alla riforma del lavoro sono state infatti accolte, almeno in gran parte, e verranno inserite probabilmente nel decreto sulla spending review.
Emendamenti ammessi
Questo significa che non sarà più necessario attendere 20 giorni per stipulare un nuovo contratto a tempo determinato; che l’indennità dei lavoratori con più di 50 anni di età che perdono il lavoro e vengono iscritti alle liste di mobilità sarà più lunga di sei mesi e la fase transitoria viene allungata di un anno (fino al 31 dicembre 2014); le regole sugli stagionali e la lotta alle false Partite IVA saranno alleggerite.
L’emendamento sulle Partite IVA prevede anche il rinvio di un anno dell’aumento delle aliquote contributive (quindi salirà al 28% nel 2014) per questi lavoratori così come per i parasubordinati iscritti alla Gestione separata INPS, introdotto dalla Riforma Fornero.
Tutto questo, però, a scapito degli iscritti alle altre forme pensionistiche, per i quali sarà introdotto un aumento ex novo dell’aliquota al 20%.
Emendamenti bocciati
Bocciato definitivamente, invece, il rinvio di un anno proposto per l’Aspi, ovvero l’Assicurazione sociale per l’impiego che vedrà il via ufficiale il 1° gennaio 2013.
Tutte queste modifiche – prima bocciate in toto dalla Camera ed ora riammesse al Senato, dove si sta discutendo sulla spending review, dopo che la Maggioranza aveva presentato ricorso alla presidenza dell’Assemblea – saranno discusse la prossima settimana in sede di votazione presso le Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.