Riforma del lavoro al rush finale: il Ddl è approdato alla Camera con voto di fiducia posta dal Governo, e il 27 giugno è il giorno della votazione finale del testo che porta la firma del Ministro del Welfare, Elsa Fornero, la quale non ha incassato né l’appoggio dei sindacati – in piazza per protestare – né delle imprese, in particolar modo di Confindustria e del neo presidente, Giorgio Squinzi.
Tuttavia, anche se solo qualche giorno fa ha etichettato come “boiata” la riforma del lavoro e tutt’ora non si dichiara convinto, Squinzi ammette la necessità di approvarla entro il 28 giugno.
A margine dell’assemblea di Federmeccanica Squinzi rivela che Fornero «ha detto che mi convincerà ma io non sono ancora così convinto di farmi convincere, però sono disponibile ad ascoltare», questo perché Fornero ha dichiarato che insisterà poiché «il Paese ha bisogno che si lavori insieme».
Per ora comunque Squinzi continua a ritenere la riforma del lavoro «un’occasione persa», urgono correttivi che «vanno introdotti subito». Al contrario il Governo vorrebbe aspettare gli esiti di una fase di sperimentazione prima di introdurre eventuali modifiche.
Difendendo ancora una volta il proprio operato il ministro Fornero ha chiesto agli industriali di avere fiducia sulle ultime modifiche della riforma del lavoro: «voi siete preoccupati, ma io ho motivo di preoccuparmi che non ne abuserete.
E tutti dobbiamo avere fiducia che i giudici faranno seriamente il loro lavoro».
Ovviamente Fornero fa riferimento alla tanto discussa riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Poi Fornero, rivolgendosi a Squinzi: «voi avete le vostre esigenze. Ma poi i sindacati e le partite IVA non esprimono le vostre stesse prospettive. Io lo so che non vi piace il contratto subordinato a tempo indeterminato, lo considerate proibitivo: se una persona è dentro non me ne posso liberare. Ma io parlo anche di cause di lavoro! A noi la flessibilità in uscita sembra ragionevole: questo scetticismo non lo capisco. Il funzionamento di modifica dell’articolo 18 si regge sul presupposto che ciascuno faccia bene la sua parte».
«Invocate la produttività, ma i contratti a tempo determinato che vi piacciono tanto la mortificano! Il lavoro mordi e fuggi spreca una generazione: noi vi chiediamo flessibilità senza precarietà», ha concluso Fornero.
Ma Squinzi, come risposta, ha affermato rivolgendosi al ministro «è stata brillante ma non mi ha convinto» e ribadisce che così come formulata ora la riforma «non ci aiuta ad affrontare il contesto globale. Non si crea occupazione per decreto, ma per decreto si può scoraggiarla».