A beneficio delle Pmi, allentare i vincoli patrimoniali imposti da Basilea 2 che frenano le banche nel concedere prestiti alle piccole e medie imprese. Questa la richiesta della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel corso dell’audizione alla commissione Attività produttive della Camera.
La crescita dei prestiti alle imprese, ha ricordato Marcegaglia, ha subito un calo netto del 10%, passando in un anno dal 10,9% allo 0,9% di luglio 2009.
Il credit crunch pesa ancora troppo sulle piccole realtà, si rendono pertanto necessari interventi immediati per dar loro sollievo nel breve periodo. Della stessa idea la Confindustria tedesca: una misura temporanea di 18 mesi e legata al credito alle Pmi.
Serve maggiore elasticità e misure fiscali che permettano alle banche di compensare i maggiori rischi e costi almeno in parte: «un aumento del limite percentuale annuo di deducibilità delle svalutazioni e una riduzione del periodo di imposta in cui é consentita la deduzione delle svalutazione delle eccedenze».
Inoltre Marcegaglia ha suggerito di garantire in via automatica e immediata la deducibilità fiscale delle perdite su crediti, qualora si ricorra agli strumenti studiati per aiutare le imprese a superare la crisi.
La proposta avanzata da Confindustria mira quindi a consentire agli istituti bancari minori accantonamenti a fronte dell’erogazione dei prestiti alle Pmi, rendendo meno stringenti i vincoli patrimoniali e diluendo la valutazione del rischio del credito. Una misura che però «si deve riflettere integralmente su una maggiore erogazione di credito» ha sottolineato la presidente degli industriali.
Sarebbe infine auspicabile una rinegoziazione su Basilea2, studiata e valutata a livello europeo. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di stabilire dei coefficienti di patrimonializzazione più alti, in tempi di tranquillità economica, salvo abbassarli in tempi di crisi.