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Licenziamenti: Fornero, parità nel pubblico e privato

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 4 Giugno 2012
Aggiornato 5 Luglio 2017 12:48

Parità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati in materia di licenziamenti disciplinari: Il ministro del Welfare e delle Pari Opportunità Elsa Fornero invita il Ministro Patroni Griffi ha inserirlo nella delega per la Riforma del Lavoro Pubblico.

In Italia, nel mercato del lavoro bisogna puntare alla parità non solo di genere ma anche tra lavoratori pubblici e privati: è l’auspicio del ministro del Welfare Elsa Fornero, titolare anche del Ministero delle Pari Opportunità, in riferimento alle dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, secondo le cui anticipazioni la delega del pubblico impiego «non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari ma si rimetterà al Parlamento».

Qualche tempo fa avevamo parlato della spaccatura insanabile tra pubblico e privato che la riforma del lavoro nel pubblico impiego rischia di creare e ora Fornero ravvisa: «tenuto conto delle specificità del pubblico impiego auspico parità di trattamento tra i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico».

Ma questo, spiega, «non significa che Fornero vuole il licenziamento dei pubblici dipendenti». Il ministro ha poi ricordato: «nei giorni scorsi avevo già espresso questo auspicio e credo che debba essere preso in considerazione.

Io sono anche ministro delle Pari Opportunità che non riguarda solo uomini e donne ma anche lavoratori pubblici e privati, lavoratori immigrati e lavoratori nativi. C’è un concetto più ampio e mi parrebbe in contrasto con il mio mandato se dicessi che le cose dovessero andare diversamente».

Per Patroni Griffi la questione non è semplice: «se si prevede la responsabilità del dirigente a pagare un eventuale indennizzo non avremo più un licenziamento. Se invece non si prevede la responsabilità del dirigente, a quel punto, paga Pantalone e va a carico della comunità».

Bisogna trovare un equilibrio intanto però, comunica, il testo della delega «è sostanzialmente pronto».