La riforma del lavoro ha ricevuto il “sì” dalla Commissione Lavoro del Senato: il testo del Ddl ha integrato i nuovi emendamenti e ora è passato all’esame dell’Aula di Palazzo Madama, che entro due settimane dovrebbe licenziarlo per passarlo a Montecitorio in vista dell’approvazione definitiva.
Il ministro del Welfare Elsa Fornero ha commentato: «è una buona riforma, equilibrata tra gli interessi necessariamente contrapposti che rappresenta. La riforma può costituire un presupposto, un tassello importante per la ripresa del Paese».
Poi il ministro ha aggiunto, riferendosi alle richieste delle imprese: «avrei voluto essere nella possibilità di poter ridurre il costo del lavoro, ma oggi non siamo in queste condizioni. Mi auguro che tra qualche anno sarà possibile ridurre il cuneo fiscale».
Di fatto, in Italia i datori di lavoro gravano oneri tali da tradursi in costi doppi rispetto agli stipendi in busta paga dei dipendenti. Una situazione che non sembra destinata a cambiare, aggravandosi anzi con i costi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali previsti dalla riforma.
In ogni caso quella messa a punto «è una riforma complessa che tocca molti aspetti del mercato del lavoro tra cui ammortizzatori sociali e articolo 18. Secondo me in modo molto equilibrato rende più facile licenziare per motivi disciplinari ed economici. Ma non dobbiamo cercare solo le polemiche, dobbiamo guardare e vedere anche quanto di costruttivo c’è nella riforma».
Articolo 18
Tra i nodi centrali della riforma del lavoro continua ad esserci la modifica all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sulla quale però l’accordo è stato raggiunto velocemente. Confermata la possibilità per il giudice, in caso di licenziamenti disciplinari, di decidere per il reintegro del lavoratore ma solo sulla base dei contratti collettivi. Niente blocco per la procedura di conciliazione in caso di malattia del lavoratore, maternità o infortunio sul lavoro.
Voucher agricoltura
Più articolata la discussione sui voucher agricoltura, (emendamento dei relatori Maurizio Castro del Pdl e Tiziano Treu del Pd) e più in particolare sul valore orario dei buoni lavoro. Confermata la possibilità di utilizzo per studenti, pensionati e casalinghe nelle aziende con un fatturato fino a 7 mila euro annui.
Per le altre tipologie di imprese, per evitare abusi i voucher potranno essere usati solo per pensionati e studenti sotto i 25 anni, ma non per casalinghe. In nessun caso potranno essere impiegati per lavoratori iscritti nelle liste nominative.
Stipendi e divario uomo donna
L’altro punto sul quale è stato raggiungo l’accordo riguarda gli stipendi che saranno uguali per uomini e donne, a parità di ruolo. Una parificazione che dovrà essere raggiunta al più entro il 2016, colmando il gap attuale, con le donne che guadagnano in media il 16,4% in meno degli uomini.
L’ordine del giorno, approvato all’unanimità, era stato presentato dall’Idv e in sede di commissione Lavoro il Governo si è assunto questo importante impegno: «definire e programmare, d’intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione del disegno di legge in esame (il Ddl di riforma del lavoro n.d.r.), misure concrete volte a conseguire entro il 31 dicembre 2016 il definitivo superamento per ciascun settore lavorativo del divario retributivo tra uomini e donne».
Congedo parentale
Novità anche sul fronte del congedo parentale: per i papà arriva l’obbligo di un giorno di congedo obbligatorio alla nascita del figlio, più altri due facoltativi scalati dalle 20 settimane che spettano di diritto alle mamme.
Apprendistato
Sui contratti di apprendistato salta il limite del 50% di apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro, a meno che non si tratti di PMI con meno di 10 lavoratori. Salta invece la misura per gli apprendisti in staff leasing.
Contratti a termine
La durata del primo contratto a termine senza causale passa da sei mesi ad un anno, in più i contratti collettivi potranno prevedere una franchigia oggettiva con un limite del 6% dei lavoratori occupati nell’unità produttiva. Ridotto invece di due terzi il periodo di intervallo tra più contratti.
Co.Co.Pro.
Per i collaboratori a progetto arriva il salario di base, calcolato sulla base della media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Confermato il rafforzamento dell’una tantum per i parasubordinati per la durata di 3 anni.
Partite IVA
Si allenta la stretta sulle partite IVA, quelle con reddito annuo lordo superiore a 18 mila euro saranno considerate legittime, mentre passa da sei mesi a otto il requisito legato alla durata delle collaborazioni e da 75% all’80% il tetto massimo del corrispettivo pagato alla partita IVA, rispetto a quello di dipendenti e co.co.co. Mantenuto il requisito della postazione fissa in azienda.
Aspi
La nuova assicurazione sociale per l’impiego prevede un’indennità di disoccupazione che potrà essere riscossa in un’unica soluzione con lo scopo di avviare un’attività di lavoro autonomo per tre anni di sperimentazione (2013-2015) e fino a 20 milioni di euro per ciascun anno.
Le altre misure
Continua la lotta del ministro Fornero al fenomeno delle dimissioni in bianco. Confermati i premi produzione per il 2012, che consistono in sgravi contributivi, con uno stanziamento di 650 milioni di euro.
Entro nove mesi dovranno essere emanate le norme per la partecipazione agli utili aziendali e al capitale delle imprese dei lavoratori. Per attivare il lavoro a chiamata basterà inviare un sms, o un fax o la posta elettronica certificata (PEC), alla Direzione territoriale del lavoro, con sanzioni ridotte del 60%. Infine viene ripristinata l’esenzione dei ticket sanità per i disoccupati.