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Esodati: decreto Fornero pronto, alla firma di Monti

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 24 Maggio 2012
Aggiornato 25 Maggio 2012 08:56

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Pronto il decreto interministeriale sugli esodati, il ministro Elsa Fornero l'ha inviato al premier Monti, ma i sindacati chiedono salvaguardie dalla riforma delle pensioni per tutta la platea di esodati.

Conto alla rovescia per gli esodati: il Governo ha pronto il decreto interministeriale in 8 articoli che definirà le modalità tramite cui 65mila lavoratori verranno salvaguardati dalla riforma delle pensioni e potranno quindi ricevere il tanto sospirato assegno previdenziale.
La copertura finanziaria prevista è di poco più di 5 miliardi  dal 2013 al 2019.

«Per me una parte della partita è chiusa, l’ho mandato al cofirmatario» ha dichiarato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero riferendosi al presidente del Consiglio Mario Monti. Il decreto esodati arriverà dunque entro fine maggio.

Chi sono i 65mila salvaguardati

Tra i 65mila lavoratori esodati salvati dalla riforma delle pensioni ci sono:

  • 25.590 in mobilità ordinaria che hanno stipulato accordi sindacali entro il 4 dicembre 2012;
  • 3.460 in mobilità lunga con accordi sindacali sottoscritti entro il 4 dicembre;
  • 17.710 titolari di una prestazione straordinaria a carico di fondi di solidarietà sulla base di accordi collettivi (bancari);
  • 10.250 autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione ai quali secondo le vecchie regole mancavano al massimo due anni dall’età pensionabile;
  • 950 lavoratori della PA con esonero dal servizio in corso;
  • 150 genitori con figli disabili;
  • 6.890 lavoratori che hanno goduto di incentivi all’esodo e hanno chiuso il rapporto di lavoro prima della fine del 2011.

Per tutti gli altri non si prospettano novità. Restano fuori dal pacchetto “salva esodati” poi i lavoratori che a dicembre non avevano ancora risolto il rapporto di lavoro, pur avendo sottoscritto un accrdo per la pensione.

Risorse destinate agli esodati

Attualmente le risorse destinate a risolvere il problema dei lavoratori esodati, che il Governo è riuscito a reperire, sono pari a 5.070 milioni di euro.

Di questi 240 milioni di euro sono stati stanziati per l’anno 2013; 630 milioni di euro per il 2014; 1.040 milioni di euro per il 2015; 1.220 milioni di euro per il 2016; 1.030 milioni di euro per il 2017; 610 milioni di euro per il 2018; 300 milioni di euro per il 2019.

Contrari al decreto Fornero

Nel frattempo è previsto un ultimo incontro tecnico in commissione Lavoro con i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), ancora poco inclini ad approvare la soluzione studiata dal Governo.

L’obiettivo dei sindacati sarebbe di garantire all’intera platea di esodati, 130 mila lavoratori secondo le stime INPS e 300 mila secondo i sindacati, l’applicazione delle norme previgenti alla riforma delle pensioni  Fornero-Monti.

Da sottolineare che la stessa Fornero ha ammesso che «non tutti i problemi sono risolti», ma questi «si risolvono con la buona volontà di tutti, trovando le risorse necessarie che oggi il Ministero non ha a disposizione».

E come al solito il nodo resta sulle risorse, «non è accettabile dire che oltre alla quota stabilita non ci sono risorse per gli altri», ha dichiarato il leader del Pd, Pier Luigi Bersani.

«C’è un errore a monte, il decreto è concepito sulla base delle risorse disponibili e non in base alla platea di lavoratori interessata da accordi, penalizzata dalla riforma pensionistica», ha dichiarato  Vera Lamonica della Cgil, il qual aggiunge che «il tono perentorio del ministro nasconde uno scarico di responsabilità e l’incapacità di farsi carico di uno dei più acuti problemi sociali del momento, frutto della perdita di posti di lavoro prodotta dalla crisi, e della sua riforma delle pensioni senza previsioni di gradualità e norme di transizione».

Dunque «auspichiamo che in Parlamento si trovi un’intesa adeguata alla necessaria correzione delle norme ed alla relativa copertura finanziaria per dare la risposta che il Paese attende a tutta la platea di lavoratrici e lavoratori interessati» ha concluso Lamonica.

Maurizio Petriccioli della Cisl sottolinea che la «copertura economica potrà arrivare utilizzando una piccola parte dei 140 miliardi di euro che in dieci anni verranno risparmiati con la riforma previdenziale».

Mentre Domenico Proietti della Uil ritiene che il decreto studiato dal Governo contenga una «interpretazione restrittiva del decreto Salva Italia, perché impropriamente riduce la platea di lavoratori beneficiari della norme che consentono di andare in pensione con i vecchi requisiti pensionistici».