Allarmante lo stato di disoccupazione fotografato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nell’Employment Outlook 2009, il rapporto annuale sugli sviluppi del mercato del lavoro e sulle prospettive nei paesi membri.
Critica la situazione anche in Italia (7,4% alla fine di marzo 2009), nonostante finora sia riuscita a limitare i danni rispetto alla media del resto dell’area (8,5% a luglio).
Da quanto emerge, nel nostro Paese il peggio deve ancora arrivare: l’Ocse prevede che in Italia si arriverà ad un milione e centomila disoccupati in più, rispetto ai livelli del 2007, per la fine del 2010, con un tasso di disoccupazione del 10,5%. Senza considerare che in Italia i salari crescono più lentamente e sono i più bassi d’Europa.
Naturalmente le fasce più a rischio sono giovani, lavoratori temporanei, precari o con contratti atipici. In particolare la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni in Italia è cresciuto del 5% nell’ultimo anno raggiungendo il 26,3%.
Presentando i risultati dello studio, il Segretario Generale Angel Gurria ha lanciato un appello ai Governi, affinché agiscano rapidamente e con decisione per evitare che la recessione si trasformi in una crisi di disoccupazione di lunga durata.
È necessario che i Governi si concentrino nei mesi a venire per aiutare chi cerca lavoro, intervenendo in maniera coordinata con gli altri Stati e aiutando le realtà che spesso non possono beneficiare di buoni sistemi di protezione sociale.
Mentre a livello economico si inizia a parlare di ripresa, dunque, la crisi non sembra abbandonare il mercato del lavoro, dove il tasso di disoccupazione ha ormai raggiunto i massimi dalla seconda guerra mondiale all’8,5% e secondo l’OCSE continuerà a crescere almeno fino al 10%, per un totale di 57 milioni di disoccupati.