Senza dubbio le energie rinnovabili contribuiscono a preservare l’ambiente e creare opportunità di business per le imprese, ma sono anche un traino per incrementare il livello occupazionale dell’intero pianeta.
Quello che non tutti rammentano è infatti il grande indotto in termini di forza lavoro che il comparto delle energie rinnovabili è in grado di determinare. Oltre 2.7 milioni di posti di lavoro entro il 2030, molti di più rispetto al classico modello di sfruttamento energetico basato sui combustibili fossili.
Con questi presupporti Greenpeace pubblica il suo ultimo rapporto, redatto con la collaborazione dell’EREC (European Renewable Energy Council), denominato Working for the Climate.
L’obiettivo è quello di sostenere l’utilizzo di energie rinnovabili come possibilità per la rapida uscita dalla crisi e come investimento per il prezioso futuro del nostro pianeta. Emblematico il titolo di apertura del documento che ricorda: «le tecnologie e l’opportunità ci sono, manca la visione e il coraggio. È sufficiente per giustificare una rinuncia e per guardare con tranquillità al futuro dei nostri figli?»
Secondo Greenpeace e il segretario generale di EREC, Christine Lins, l’energia rinnovabile rappresenta la chiave per combattere sia la crisi economica che quella climatica, ma sono necessari accordi internazionali tra gli stati più rappresentativi del pianeta e l’intera comunità scientifica.