Si riaccende il dibattito sulla Riforma del Lavoro: una voce importante della Maggioranza, ossia il Pdl, chiede cambiamenti sulla flessibilità in entrata, minacciando addirittura di non votare il Ddl. A intensificare i timori, la fermezza con cui il Governo continua a difendere il testo del Disegno di legge di riforma del mercato del lavoro.
Come sottolineato dal capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, il Pdl attende «cambiamenti sostanziali» sulla flessibilità in entrata, altrimenti «il governo non potrà contare sul nostro appoggio».
Linea ferma del Governo
Elsa Fornero ha rivolto uno specifico appello al Parlamento: spero che ci permetta «di portare a casa questa riforma in tempi brevi» ha dichiarato il ministro, dopo aver definito il lavoro un «bene comune a cui la nostra società deve guardare» e aver difeso la riforma dicendo che «ha esattamente lo scopo di «rendere il mercato del lavoro più inclusivo e dare la possibilità di lavoro a tutte le persone adulte».
Purtroppo, sottolinea il ministro, «la riforma arriva in un momento di crisi in cui il lavoro si contrae» ma resta «il dovere di guardare oltre la crisi perché le riforme non sono fatte per affrontare i momenti difficili ma per traghettare il Paese verso un futuro in cui vorremmo che il lavoro fosse un bene comune».
Una posizione che fa il paio con quella del premier Mario Monti, che citando la riforma nel corso dello European Business Summit, ha parlato di promozione delle capacità professionali, rilancio dell’apprendistato e modello flexisecurity incentrato non sulla certezza del posto di lavoro ma al valore del lavoratore.
Le critiche
E se si giudicano quasi “scontate” le posizioni critiche espresse dalle parti sociali (dei sindacati per i cambiamenti sull’articolo 18 e delle imprese per la stretta sulla flessibilità in entrata), meno attese sono giunte le manifestazioni di allarme provenienti dal fronte politico, in particolar modo dal Pdl.
Il ministro Fornero ha già espresso disponibilità per un eventuale incontro con la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, e con la presidente uscente degli industriali, Emma Marcegaglia, al fine di «evitare le polemiche», ma il Governo al momento non sembra intenzionato a operare cambiamenti sostanziali all’impianto della riforma, così come richiesto dal Pdl.
«Sulla riforma del lavoro attendiamo cambiamenti sostanziali, ha spiegato Maurizio Gasparri. «Il testo così com’è stato presentato, non va bene sulla parte della flessibilità in ingresso. Molte cose vanno cancellate, altre vanno corrette. Se ciò come speriamo avverrà, daremo un contributo ad una rapida approvazione del disegno di legge. Se non dovesse avvenire, lo diremo con chiarezza. Il governo non potrà contare sul nostro appoggio se insistesse su norme che distruggerebbero l’occupazione anziché crearla».
I gruppi parlamentari, lo ricordiamo, hanno presentato oltre mille emendamenti al Ddl di Riforma del Lavoro in commissione al Senato: il voto è previsto per il 30 aprile, ma potrebbe slittare fino al 2 maggio. Il dibattito in aula inizierà dopo le amministrative del 6 maggio.