Esodati: tavolo Fornero e Sindacati il 9 maggio

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Aprile 2012
Aggiornato 9 Maggio 2012 09:00

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Ministro del Lavoro Fornero e sindacati (Cgil, Cils e Uil) il 9 maggio al tavolo per affrontare il nodo degli esodati non ancora salvaguardati: non si esclude il rientro al lavoro tramite agevolazioni.

E alla fine il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha convocato il tavolo con i Sindacati (Cgil, Cils e Uil) per discutere di esodati: appuntamento il 9 maggio per trovare una soluzione per i lavoratori che – per effetto della riforma delle pensioni rischiano di trovarsi senza ammortizzatori sociali e senza pensione, non essendo compresi nel novero dei “salvaguardati”.

Salvaguardati ed esodandi

Il problema, al momento, riguarda la vasta platea di lavoratori che vengono definiti “esodandi”, per distinguerli dai “salvaguardati” dal Salva Italia e dal Milleproroghe (circa 65mila lavoratori per i quali sarà emanato un apposito decreto interministeriale entro giugno e che potranno andare in pensione con le vecchie regole al termine della mobilità, grazie alla copertura finanziaria già individuata (5 miliardi al 2019).

Le stime INPS sugli esodati che si ritrovano in zona grigia (usciti dal mercato del lavoro con accordi aziendali che li accompagnassero alla pensione, ma che ora non riusciranno più ad incassare l’assegno nei tempi previsti perché la riforma ha aumentato l’età pensionabile) parlano di almeno 130mila lavoratori, ed è su questi numeri i Sindacati convocati al tavolo con il Ministro Fornero voglioni discutere.

Rientro al lavoro

La proposta della Fornero era di valutare per questi lavoratori il rientro al lavoro (spesso si tratta di lavoratori in cassa integrazione), individuando alternative occupazionali e sfruttando strumenti come lo scontro contributivo del 50% per un anno o per 18 mesi previsto per i contratti di reinserimento (rispettivamente, per quelli a termine o a tempo indeterminato).

Una soluzione giudicata finora insostenibile per i sindacati, soprattutto pensando a tutte quelle aziende in cui i posti di lavoro lasciati tramite accordi non esistono più o sono stati già occupati (leggi Poste Italiane).

Le tensioni in questi giorni non sono mancate, basti pensare alle parole di fuoco di Susanna Camusso (Cgil) rivolte al Governo ma anche alla stessa INPS per il balletto sui numeri degli esodati.

Sul tema,  il presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua, ha dichiarato che il problema esiste e forse poteva essere gestito in maniera più veloce: «bisogna lavorare e usare gli strumenti per raggiungere un quadro di certezza prima di arrivare a tensioni sociali che il paese non si può permettere».