La formazione continua è fondamentale per l’adeguamento delle competenze lavorative all’evoluzione del mercato e per garantire all’impresa la giusta qualità dei prodotti e dei servizi offerti.
Per questa ragione sempre più imprese italiane scelgono di formare i propri lavoratori dipendenti, che nell’ambito del sistema pubblico di offerta formativa.
A dirlo è il XII Rapporto 2011 dell’ISFOL sulla Formazione Continua in Italia, pubblicato dal portale dei Fondi Interprofessionali, che evidenzia come soprattutto le microimprese siano interessate dal settore della formazione.
Imprese che hanno compreso il meccanismo dei Fondi Interprofessionali per la Formazione Continua, ai quali è possibile accedere tramite un meccanismo di adesione in grado di coprire gratuitamente i costi della formazione.
Un trend positivo, quindi, che sembra trinare l’Italia fuori dagli ultimi posti in classifica in termini di formazione professionale. Calcolando il numero di mesi in istruzione e formazione legate al lavoro nell’intero ciclo di vita lavorativa, nel nostro paese i dipendenti spendono solo 1,65 mesi in aule formative.
Ampio il distacco con i paesi più virtuosi, come la Danimarca in cui un dipendente passa in formazione 11,99 mesi o come Norvegia, Svezia e Finlandia, tutte sopra i dieci mesi.
L’Italia è inferiore anche alla media UE di 5,33 mesi e OCSE di 5,02 e riesce a battere solo Grecia (1,63) e Turchia (1,1).