Si è tenuto in questi giorni a Cernobbio il Workshop Ambrosetti. Durante la giornata conclusiva dell’evento, è arrivata dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia la proposta di seguire l’esempio francese e tedesco, istituento dei fondi settoriali che agevolino la capitalizzazione delle imprese.
Il fondo però non dovrebbe essere pubblico, dovrebbe poter sottoscrivere azioni senza diritto di voto o obbligazioni convertibili, ad esso potrebbero aderire le banche o la Cassa depositi e prestiti e potrebbe contribuire anche lo Stato mediante degli sconti fiscali.
In pratica una società di consortile, non una nuova Iri, sulla scia degli esperimenti giù effettuati negli anni Settanta, creando la possibilità di sottoscrivere azioni e obbligazioni di aziende per poi permettere alle stesse aziende di ricomprarle a distanza di 3 anni.
La presidente di Confindustria, avanzando questa proposta, ha voluto offrire uno spunto di riflessione, convinta che questo sia «un meccanismo che, se fatto bene, può dare una risposta concreta alle esigenze di ricapitalizzazione e di consolidamento delle imprese italiane».
Presente all’evento anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il quale ha tenuto a precisare che la crisi nel nostro Paese è meno drammatica di quello che si dice, assicurando inoltre sulla reale disponibilità di fondi da utilizzare come ammortizzatori sociali e attaccando le banche per il loro mancato supporto alle piccole e medie imprese.