La riforma del lavoro, le manovre economiche e più in generale la politica finanziaria del governo Monti non convincono proprio tutti, e non solo in Italia.
Nonostante l’apprezzamento UE, dall’estero sono arrivati anche segnali di preoccupazione: dopo il Financial Times – che lasciava intendere la necessità per l’Italia di nuove manovre correttive (ipotesi smentita dal premier Mario Monti) – sono arrivate le critiche del Wall Street Journal, secondo il quale l’austerity e le nuove tasse messe in campo dal Governo avrebbero solo l’effetto di danneggiare l’economia rallentando la ripresa.
Il noto quotidiano finanziario americano lancia un vero e proprio allarme: “L’austerità in Italia è una minaccia per l’economia”, è il titolo del pezzo nel quale si legge che la strada intrapresa da Monti “più che favorire lo sviluppo dell’economia rischia di frenare bruscamente la ripresa del Paese”.
Infatti “secondo quanto appare dai dati economici più recenti” è più che evidente che “queste misure sono controproducenti. I recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l’Italia a tagliare il suo deficit ma al contempo stanno spingendo l’attività economica a contrarsi ancora più velocemente”.
E il pericolo non si ferma all’Italia perché, ravvisa il WSJ “le misure di austerity in Italia stanno bloccando l’attività nella terza principale economia dell’Eurozona”.
La conseguenza è che “lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i Paesi problematici dell’Eurozona con percentuali di debito pubblico ancora più alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo”.
Dopo il calo del PIL già registrato dagli analisti, le previsioni parlano di un ulteriore calo nel 2012 che probabilmente sarà ben più ingente del -0,4% delle stime più ottimistiche.
Situazione che è ben presente alle imprese italiane soprattutto dopo la presentazione ufficiale del disegno di legge sulla riforma del lavoro e il dietro front del Governo sulle norme legate all’articolo 18 e al reintegro in caso di licenziamenti per motivi economici ritenuti non legittimi.
Così Rete Imprese Italia ha espresso “forte preoccupazione per il testo del provvedimento sulla riforma del lavoro che altera le scelte di un compromesso equilibrato che si era raggiunto nei giorni scorsi a palazzo Chigi. Un compromesso sofferto a cui avevamo dato il nostro assenso basandoci sull’esposizione del provvedimento che ci aveva fatto il Governo”.
Ma il premier Mario Monti risponde alle critiche affermando che si tratta di «giudizi frettolosi» e ribadisce che la riforma del lavoro che si appresta a varare è «una riforma complessa che avrà un grande impatto positivo sull’economia italiana» e che «merita di ricevere analisi serie».
Una riforma che, sottolinea, renderà il mercato del lavoro italiano «più flessibile» e «ridurrà il dualismo di garanzie».
E sull’articolo 18 e la procedura legata ai licenziamenti economici ricorda che le misure messe a punto renderanno la gestione più veloce, con una definizione delle controversie «in sede extragiudiziale», poi «se la conciliazione fallisce, come avviene in altri Paesi» si andrà dal giudice.
Quindi, chiarisce, «il reintegro non è più previsto, se il motivo economico del licenziamento viene ritenuto manifestamente insussistente il giudice può, ma non deve, come chiedevano il Pd e certi sindacati, decidere per il reintegro».