È l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, si sa, il nodo cruciale della riforma del lavoro studiata per il Governo dal ministro del Welfare Elsa Fornero e dal Presidente del Consiglio Mario Monti.
Ad essere scettici sulla revisione dell’articolo 18 non sono solo i sindacati, che per protestare hanno minacciato uno sciopero generale, ma anche molti cittadini.
Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis il 63% degli Italiani nutre forti perplessità sulla revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori proposta dal Governo.
Meno di un terzo dei cittadini concorda con Fornero e Monti sulle misure previste in caso di licenziamento individuale per motivi economici, che non prevedono il reintegro neppure se viene riconosciuto il licenziamento come illegittimo, contemplando solo un indennizzo.
Secondo i risultati dell’Istituto Demopolis sono contrari alla revisione dell’articolo 18 il 92% degli elettori di Sinistra, 2/3 di quelli di Centro Sinistra, il 49% degli elettori di Centro e il 40% di quelli del Centro Destra.
Pro e contro della Riforma Fornero
Il sondaggio Demopolis ha analizzato anche le opzioni degli elettori del PD, i quali dichiarano di apprezzare le linee guida della riforma del lavoro Fornero nel suo complesso ma, sull’articolo 18, poco meno di un quarto si dichiara favorevole, mentre il 70% è contrario.
Tra i punti maggiormente apprezzati della riforma del lavoro le misure per l’apprendistato sul quale il Governo punta per favorire l’ingresso al mercato del lavoro dei giovani, ma anche le politiche di disincentivazione dei contratti atipici a termine per combattere il precariato, la nuova Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) e l’abolizione degli stage gratuiti dopo il periodo di formazione.
Gli Italiani, come i sindacati, temono il dilagare dei licenziamenti facili, giustificati dall’imperversare della crisi economica.
A spiegarlo è il direttore di Demopolis Pietro Vento: «il tema occupazione risulta particolarmente sentito dall’opinione pubblica, in un clima sociale nel quale più di un Italiano su due si dichiara oggi preoccupato della possibilità che un membro della propria famiglia possa perdere il lavoro nei prossimi anni».
Inoltre «in assenza di contestuali investimenti per la crescita ed il rilancio dei consumi si ravvisa un certo scetticismo degli italiani sui possibili effetti della riforma per la crescita reale dell’occupazione».